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Whatsapp

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Parliamone.

Le applicazioni di instant messaging hanno rivoluzionato il nostro modo di comunicare: condividere foto, video, documenti, posizione, audio è molto più facile oggi rispetto a una decina di anni fa. Basta uno smartphone e una connessione dati e il gioco è fatto.

Ma, come tutte le cose belle, non poteva non esserci un lato negativo di tutta questa tecnologia così utile nascosto da qualche parte, pronto ad attaccare e crescere cibandosi delle sue vittime.

Lì, apparentemente innocuo, nell’angolo in basso a destra dello schermo…si, lui! Il messaggio vocale, anche conosciuto a noi comuni mortali come piccola bestia di Satana.

Esistono due tipologie di allevatori di questo simpatico carnivoro, in base alla loro tecnica di nutrimento:

  1. Quelli che parlano a ruota libera facendo un brainstorming sulla propria vita dimenticandosi completamente che chi ascolta probabilmente starà a sentire il rumore degli ingranaggi del loro cervello che cercano invano di elaborare per circa sei dei quindici minuti di bestia che manda;
  2. Oppure quelli che hanno deciso che scrivere è per perdenti, e ti mandano un messaggio vocale anche solo per rispondere “Ok” che hanno mosso più muscoli così per vocalizzare la parola che per pigiare quei due maledetti tastini sullo schermo e inviare.

Non apriamo poi la parentesi su quelli che tappano il microfono o parlano troppo lontano o troppo vicino.

Una chiamata? Meglio?

Maledette app di instant messaging.