Dopo infiniti rimuginamenti “Che faccio? Lo faccio? Non lo faccio?” qualche settimana fa mi sono iscritta al test per la facoltà universitaria che mi interessa, e, sperando non ci fossero troppi iscritti, oggi sono andata a Milano per svolgere la fatidica prova.
Due ore per cento domande, suddivise in varie categorie, rispettivamente per il numero di quesiti, logica e problem solving, biologia, chimica, attualità, matematica e fisica. E con fisica per ultima potevo stare tranquilla che non avrei lasciato in bianco troppe domande (anche se spoiler alla fine non è stata fisica ma bensì storia a fregarmi nelle domande di attualità).
“Io ce la posso fare” mi sono ripetuta tutta mattina.
Poi sono entrata nell’aula, e le uniche cose che il mio cervello ha saputo processare sono state “Queste sono molto più delle quaranta persone che alla fine del test saranno accettate al corso” e, cito letteralmente, “Abbandonate i libri e datevi all’ippica“, che a quanto pare è una frase di derivazione fascista (fatevi una currrtura qui).
Insomma, mi sono fatta un po’ spaventare: quaranta posti soltanto e più del doppio dei candidati, basta arrivare quarantunesimi e si è fuori.
Così ce l’ho messa tutta, avrò i risultati a breve e potrò vedere se sono davvero piena di ignorantaggine come credo o se le cose nella mia zucca funzionano normalmente, permettendomi addirittura di rimanere un pelino sopra la media.
Intanto già che ci siamo, non sto a raccontarvela tutta perchè è una lunga storia di sofferenza e cellulari rimbambiti (specie nel momento del bisogno), ma voglio condividere con voi un’antica massima di un saggio milanese:
“Salite sui mezzi se e solo se siete in possesso di un titolo di viaggio valido”
A cui aggiungo
Se sapete di essere sfigati e fate uno strappo a una regola che avete sempre seguito “ma tanto è solo per questa volta”: NO.
Non illudetevi. L’abbiamo detto all’inizio: siete sfigati. Un plotone di sette controllori vi placcherà all’uscita del pullman e non avrà alcuna pietà davanti alla vostra sbadataggine.
Non dico per esperienza personale eh, sia chiaro. Tsk! Mica sono io quella polla che per fretta è saltata sul bus senza biglietto e ha ripetutamente cercato di acquistarlo tramite SMS ma il telefono ha deciso che non avrebbe inviato alcun messaggio fino a una decina di minuti dopo essersi presa la multa. Traggo ispirazione dalla fantasia io, è per questo che la trama di questa storia è così fitta e piena di colpi di scena. Finzione. Si si. Proprio.
Che serva di lezione a voi tutti, perchè io proprio non vedo come la cosa potrebbe minimamente tangermi…io? Fortunata come sono?
Vabè, ciao amici. Non fate i miei stessi errori da pollo.