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Expo 2015

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Oggi per la prima volta sono stata all’esposizione universale di Milano 2015.

IMPRESSIONE GENERALE
All’inizio ero piuttosto scettica, soprattutto per la questione dei lavori ancora in corso nonostante l’esposizione fosse già iniziata. Ma mi sbagliavo nel pensare che fosse soltanto un’altra pessima figura da parte dell’Italia davanti al resto del mondo: la mia era una visione piuttosto pessimistica. Sebbene alcune cose siano state pensate e realizzate male, nel complesso è tutto meraviglioso.
Partendo dal presupposto che anche cercando di vedere il più possibile in dodici ore (e sono tante e stancanti, ve lo assicuro) non si riescono a visitare più di una trentina di padiglioni, che però su un totale di circa centocinquanta sono già un numero considerevole.
I tempi di attesa per accedere ai padiglioni sono sopportabili: per quasi tutti la fila è di circa mezz’ora, ma tutto varia in base alla giornata e all’ora nella quale decidete di visitare l’esposizione.

I PADIGLIONI
EXPO 2015, “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.
Se potessi esprimere un parere vorrei dire che alcuni paesi sono andati un po’ fuori tema, mentre altri invece lo hanno centrato perfettamente.
Uno tra i primi padiglioni che ho visitato è stato quello della Corea, di cui non ho sentito molto parlare, ma che si è guadagnato un posto tra i miei preferiti: tratta il tema dell’esposizione in modo accurato ponendo i problemi che sono sorti o che sorgeranno e le soluzioni che il loro paese proporrebbe. Accompagnato da qualche giochetto tecnologico e alcune opere d’arte contemporanea che ho (insolitamente) apprezzato, è sicuramente uno dei padiglioni che mi sono rimasti più impressi.
In secondo luogo non posso non parlare del padiglione Giappone dicendo però solo una cosa e lasciando a voi tutta la sorpresa: c’è tutta la follia dei giapponesi, preparatevi.
Il padiglione del Kazakhstan ha due spettacoli molto belli e interessanti, ma a mio parere è tutto una grande pubblicità per l’esposizione universale del 2017 che si terrà appunto nella loro nazione.
Non ho potuto esimermi dal provare la famosa rete nel padiglione del Brasile, decisamente divertente ma che sconsiglio a chiunque abbia intenzione di provarla indossando sandali o simili.
Molto carino il padiglione della Germania, adatto a mio parere soprattutto ai bambini: mi ricorda di un laboratorio interattivo del Natural History Museum di Londra nel quale ero stata anni fa.
Non male anche il padiglione della Slovacchia che sfrutta la realtà aumentata per far fare un breve tour dei luoghi più belli del paese.
Sono rimasta un po’ delusa da alcuni paesi che, forse per via di un budget ridotto, si sono limitati a fare dei grandi uffici turistici nei quali viene brevemente evidenziata la propria cultura culinaria,  ma senza grandi cose.
Ultimo ma non ultimo: il padiglione Zero. Consiglio di visitarlo come primo padiglione perchè è un’introduzione al tema dell’esposizione e ne vale veramente la pena.

MANGIARE
Dopo aver sentito di prezzi folli per mangiare poco e niente nei ristoranti dei diversi padigiloni, prima della mia visita mi sono preparata con una lista di piatti a prezzi abbordabili grazie a informazioni trovate in internet.
Per evitare di spendere una fortuna in cibo io e la mia famiglia ci siamo portati panini da casa, ma abbiamo lo stesso assaggiato qualche specialità nel padiglione della Corea e in quello indonesiano.

DI SERA
A fine giornata i padiglioni chiudono, ma aprono i ristoranti e cominciano tutti gli eventi serali, tra cui anche lo spettacolo dell’albero della vita. A mezzanotte vengono serrate le porte del parco, quindi se avete in mente di fare qualcosa organizzatevi per tempo, perchè dopo un certo orario i ristoranti non accettano più clienti o hanno adirittura già chiuso.
Molto bello anche di sera quindi, ma state attenti alle zanzare, che il loro ristorante è sempre aperto.

CI TORNERÒ?
Tornerò sicuramente all’EXPO: in primis perchè non ho ancora visto tutti i padiglioni a cui sono interessata; ma soprattutto perchè ho la possibilità di vedere lo spettacolo “ALLAVITA!” preparato dal Cirque du Soleil apposta per questa occasione e,  purtroppo, da grande ammiratrice del famoso circo canadese, non posso resistere alla tentazione di assistervi.