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Expo 2015: il ritorno

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Se non hai ancora letto l’articolo sulla mia precedente visita ad Expo, clicca qui.

Eccomi tornata dalla mia seconda esasperante ma emozionante giornata trascorsa ad Expo…

Purtroppo anzichè esserci andata di lunedì come la volta precedente questa volta per via di impegni personali ho dovuto scegliere un sabato, ma non uno qualunque: quello subito dopo la giornata con più visitatori in tutta la storia di Expo 2015. Quindi era stracolmo di persone. Quindi il mio saggio consiglio è evitate ad ogni modo i weekend.

I PADIGLIONI

Fortunatamente avendo già visitato tutti i padiglioni con le file più lunghe non ho avuto grandi problemi e, anzi, ho sfruttato l’occasione per tuffarmi nel primo padiglione vuoto o con poca coda che mi capitasse a tiro…e così ho trovato la Polonia. Dopo una suggestiva scalinata si arriva sul tetto del padiglione sul quale c’è un giardinetto circondato da pareti con specchi: una specie di forno nelle giornate di sole ma un effetto decisamente fantastico. E la magia non si limita solo al tetto: al piano terra c’è un cinema 3D con un cartone animato (anche ben fatto) che racconta la storia della nazione, ma soprattutto una profumatissima scultura gigante fatta interamente in cioccolato.

Sempre parlando di cartoni animati, il padiglione dell’Unione Europea ne ha sviluppato uno in stile Disney che narra la storia di una ricercatrice e un agricoltore che mettono insieme le loro forze e conoscenze per fronteggiare un problema che affligge il paesino nel quale vivono, in sostanza una grande metafora dell’Unione Europea.

Il padiglione Francese ha una forma davvero particolare: pesci e padelle che pendono dal soffitto, non sono certo cose di tutti i giorni. Strano anche il padiglione del Regno Unito, ma oltre all’enorme struttura in metallo a forma di alveare c’è veramente poco. MoldovaArgentina entrambe interessanti dall’esterno ma entrambe povere all’interno: se c’è coda non ne vale la pena.

Padiglioni completamente all’aperto sono la Turchia e l’Olanda, molto belli anche di sera. Carino l’Iran, che come molti ha adottato la tecnica “fai un orto che piace sempre” ma con l’aggiunta di giochi di luce e specchi sul soffitto; e bella l’Ungheria, che però sembra più una mostra fotografica che altro.

Molto curioso il piccolo ecosistema che si autoalimenta del Belgio, se riuscite a trovare qualcuno che vi spieghi bene di cosa si tratta è veramente interessante. Meraviglioso invece il tempio del Nepal, oltretutto con una coda molto veloce, quindi non spaventatevi se arriva fino al Decumano: una decina di minuti e potrete ammirare il padiglione in tutta tranquillità.

Concludiamo con il padiglione Alitalia-Ethiad: simulatori di volo, Oculus Rift per vedere il mondo come se fossimo in una bolla e altro ancora, credo sia il più tecnologico di tutta l’esposizione.

MANGIARE

Stovolta ho deciso che al cibo ci avrebbe pensato l’Expo, così a pranzo ho preso un piatto di riso byriani e lenticchie nel padiglione del Bangladesh (le lenticchie erano buonissime), mentre la sera sono tornata in Polonia dove ho mangiato una sorta di Rösti accompagnato anzichè da speck da salmone affumicato, buono ma non da impazzire.

ALLAVITA!

Come immaginavo: spettacolo mozzafiato, musiche meravigliose, artisti grandiosi. Fatemi scappare con il Cirque du Soleil. Ora.