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Chianti (no, non il vino)

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Lui è Chianti, ed era il mio cane.
Ho fatto questo disegno quasi un anno fa, e purtroppo è arrivato il momento di pubblicarlo.

Tutto inizia in quell’ormai lontano periodo in cui andavo alle elementari. Dopo infinite suppliche per avere un cane, mamma e papà hanno deciso di portarci al canile dove abbiamo trovato Chianti, il quale era lì da così tanto tempo che era riuscito a trovarsi dei padroni adottivi che una o due volte a settimana andavano a trovarlo e gli facevano fare quattro passi. Dopo aver familiarizzato con lui, si è finalmente trasferito da noi la mattina del trentun ottobre. Ricordo ancora che in mensa con i miei compagni di classe dicevo a tutti che proprio in quelle ore stavano portando il mio cane a casa, non stavo nella pelle. Per via del giorno in cui è arrivato a casa la mamma voleva cambiargli il nome in Jack, come Jack-o-Lantern, ma dato che già rispondeva poco a Chianti si è preferito lasciare tutto così come avevano deciso in canile. Intanto gli ormai ex padroni adottivi di Chianti avevano deciso di adottare a distanza un altro cane: Roberto. Che nome buffo, per un cane (disse quella col cane chiamato come un vino).

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Nei primi giorni a casa, Chianti ha delicatamente squartato ben due paia di stivali a mia sorella. Poi ha fatto fuori una pallina da tennis e qualche giocattolo per cani con fischietto della Disney. In proposito vorrei ricordare i caduti: Pluto uno, Pluto due, Simba, Pumba, Pluto tre. Grazie.

Amava giocare con le bolle di sapone. Ora, non ho una grande esperienza nel campo ed effettivamente ho avuto modo di vedere in internet video di cani che si divertono con le bolle, ma Chianti le mangiava. E mangiava anche le palle di neve se gliele lanciavi. Poi scuoteva la testa cercando di capire cosa avesse in bocca, lanciando neve ovunque.

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Parlando di neve, un giorno era probabilmente la prima volta che poteva saltellare libero nella neve come un capriolo e non si è reso conto di essere corso via da casa. Ha percorso più di tre chilometri su strade pericolose già al normale ed è arrivato all’Esselunga più vicino a casa nostra. L’Esselunga. Forse aveva finito lo shampoo. Lì lo hanno trovato e hanno chiamato il canile del capoluogo di provincia. Peccato che per un paio di chilometri il supermercato è fuori dalla provincia in cui abitiamo, quindi una volta arrivato in canile hanno chiamato mio papà il quale si è perso mezza giornata per andare a recuperarlo.

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E non ha smesso di farsi ogni tanto una gitarella fuori porta: cercando di fare amicizia con Rex, il cane dei vicini, con una tecnica alla Houdini si smaterializzava dal nostro giardino e riappariva nel giardino adiacente. Il problema è che Rex era un cagnetto piccolo, e i vicini avevano messo i sensori per l’antifurto a un’altezza che Chianti raggiungeva tranquillamente. Quindi ogni volta suonava l’allarme. Un giorno Chianti, a casa da solo, ha deciso di fare visita per l’ennesima volta ai vicini, i quali, ormai scocciati, l’hanno sbattuto fuori casa loro e non se ne sono più curati. Chianti, abituato ad accompagnare mia sorella a scuola e poi passare davanti al minimarket di fronte a casa ogni mattina, una volta uscito dalla via (parallela a quella dove abitiamo, perché scemo si, ma scemo scemo no: sarebbe tornato a casa subito) ha percorso lo stesso itinerario di ogni mattina, cercando qualcuno che lo potesse aiutare. Una volta tornati a casa lo abbiamo trovato acciambellato davanti al cancello di casa, in attesa che qualcuno gli aprisse. Quella non è stata l’unica volta che ha fatto visita alla scuola di mia sorella. Una tranquilla mattina di primavera è passato davanti all’edificio e tutta la classe si è schiacciata sulle finestre per dire “Ehi! Ma è Chianti!”.

Un’estate ha deciso che gli piaceva il dondolo, e quindi ci si appollaiava sopra. Con enorme fatica poi, perché venticinque chili di cane che si issano su una piattaforma instabile non è un gioco da ragazzi. Eppure ci saliva, e stava lì con noi a godersi i caldi pomeriggi e la compagnia della sua famiglia. (Qui sotto in realtà stavo cercando di studiare greco, ma lui non la pensava come me)

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Come si è capito, potrei andare avanti pagine e pagine a scrivere dei bei momenti trascorsi con il mio cane, ma a me servirebbe molto più tempo per scrivere di quanto ne abbia a disposizione e a voi non credo interessi un dettagliato resoconto degli otto anni che abbiamo vissuto insieme.

Lui era Chianti, il mio cane, il mio migliore amico. Mancherà a tutti, ma sappiamo che in tutto questo tempo con noi ha avuto una vita felice e piena di bei momenti con la sua nuova famiglia, che lo ha amato e sempre lo amerà.